Progetto -   aeroporto di Sibari - commenti e risposte sulla pagina Facebook
commento 1 20-06-2022
commento 2 20-06-2022
commento 3 20-06-2022
commento 4 07-07-2022
commento 5 22-07-2022
commento 6 31-07-2022
commento 7 17-09-2022
commento 8 22-09-2022
commento 9 28-09-2022
commento 10 7-10-2022
commento 11
commento 12
Post - 9

Post dalla pagina facebook Sibari aeroporto 》 ....... li 28-09-2022.

https://www.facebook.com/Sibari-Aeroporto-108450980759459

Riflessioni e osservazioni dal parco culturale della Sibaritide.

Sulla questione dell’aeroporto di Sibari dobbiamo dire con chiarezza e con franchezza che l’atteggiamento tenuto sia dal governo centrale che da quello regionale sta dimostrando molto fraintendimento e chiara incapacità di gestire i nuovi processi di sviluppo che si stanno determinando in quest’epoca.

La Sibaritide non ha bisogno delle briciole come si fa con gli animaletti e forse sarebbe anche ora di smetterla di deridere i progetti seri come il nostro, perché non si vede in circolazione altro o altre alternative alle nostre proposte e tutte le persone presenti nel meridione in primis dovrebbero capire che senza le infrastrutture necessarie si sta danneggiando il territorio e si stanno continuando a condannare i meridionali e i propri figli all’inerzia e alla costrizione dell’emigrazione.

L’unica provocazione che mi sento di fare è questa: l’unico posto in Italia dove era necessario realizzare l’aeroporto e i poli tecnologici era Sibari, perché è uno dei centri strategici che ha l’Italia, senza il quale non ha senso venire qua da noi e dire che il mezzogiorno è una miniera a cielo aperto. Le infrastrutture qui non sono mai state realizzate e il mezzogiorno non è mai cresciuto e quelli che urlano e strillano oppure tacciono senza proporre nulla sono solo pagliacci.

Punto.

In queste condizioni e a tale riguardo dobbiamo prendere atto che la classe dirigente attuale con il suo comportamento mostra palesemente le proprie carenze e che non è ne in grado e ne qualificata a governare il progresso e la crescita sia culturale-sociale che economica e tecnologica.

Per questi motivi su citati chiunque può capire che non ci sarà alcuno sviluppo senza persone vere, serie e lungimiranti nei punti cardini delle amministrazioni.

Questa mancanza di sviluppo si traduce anche in termini di pericolosità per le popolazioni, semplicemente perché non essere in grado di comprendere le criticità di un territorio e la loro soluzione mette tutti a rischio come sta avvenendo in tutte le ultime tragedie associate ai disastri ambientali dovute alle calamità climatiche.

Dal mio punto di vista e dai segnali che stanno dando le autorità politiche, sembra emergere forte la preoccupazione sul nuovo sviluppo, soprattutto urbanistico-territoriale ed economico e tecnologico, perché può dare anche luogo a interessamento del sistema mafioso sulle opere e sulle risorse finanziarie ad esse associate, con conseguenti alterazioni e situazioni di rischio durante e dopo la realizzazione delle infrastrutture.

Dobbiamo spiegare a chi non fosse in grado di comprenderlo che ogni processo di sviluppo sia infrastrutturale che economico, in un territorio, deve essere tutelato in tutto il suo itinere e le istituzioni devono proteggerlo da eventuali interferenze negative.

Non realizzare un opera strategica perché esistono preoccupazioni di ingerenze mafiose, indica che i soggetti preposti in un luogo non sono in grado di controllare e portare a compimento lo sviluppo di un territorio e questo deve far molto riflettere sia sull’inadeguatezza che sulle capacità delle risorse umane che abbiamo messo in campo e che oggi decidono e scelgono in Italia e nel mezzogiorno, perché appare chiaro che non sono in grado ne di capire e ne di gestire i nuovi processi di crescita.

Il principio di reciprocità ci ha insegnato a non fare agli altri quello che non vogliamo sia fatto a noi stessi.

Tutti sappiamo che la crisi dei missili di cuba nel 1962 fece prendere coscienza della necessità di rispettare il principio di reciprocità.

Ora visto che l’umanità, anche in questo tempo, ancora non ha imparato le regole basilari della convivenza e visto che tuttora ci sono persone distruttive in questo pianeta rimaste bloccate con il cervello agli anni cinquanta del secolo passato, conviene essere prudenti nelle decisioni e nelle azioni.

Anche se in condizioni di normalità ogni popolo ed ogni nazione << nel rispetto dei valori universali che non vanno mai persi di vista>> ha il diritto di fare quello che ritiene giusto e utile nel proprio territorio, visto che oggi ancora non abbiamo raggiunto questa condizione di civiltà, forse conviene usare la prudenza che contraddistingue gli esseri pensanti e le persone che ragionano.

L’Ucraina ha diritto alla sua indipendenza e sovranità, come gli è stata riconosciuta anche in ambito internazionale.

I sovietici, per il principio di reciprocità hanno il diritto di pretendere che non siano installate basi missilistiche a breve distanza dal loro territorio, proprio come fecero gli Stati Uniti nel 1962 nella crisi di Cuba.

Ma in questo caso L’Unione Sovietica dovrebbe dimostrare che gli Stati Uniti hanno messo basi missilistiche per testate nucleari in Ucraina come fecero gli Stati uniti nel 1962 per Cuba.

Però oggi la situazione è ancora più allargata rispetto a 60 anni fa, perché esistono molti altri soggetti che dispongono di armi nucleari e inoltre si pone anche un’altra questione:

Per lo stesso principio di reciprocità L’Unione Sovietica non può installare basi missilistiche a breve distanza dall’ Europa o da altri Stati che dispongono di armi nucleari, altrimenti anche l’Europa e gli altri hanno il diritto si fare altrettanto e quindi il problema diventa ancora più complesso ed ha molte variabili in più.

Risulta comunque chiaro che il governo dell’Ucraina (per il principio di precauzione) avrebbe dovuto tenere ben presente la situazione internazionale e non essere così superficialmente incauto, provocando ed esasperando il conflitto, pure se ha diritto alla sua autonomia ed era altrettanto chiara l’ingerenza dell’Unione Sovietica nei processi di recupero identitario, di separazione e formazione della nuova coscienza nazionale Ucraina.

La presenza di persone in Ucraina che ancora sentono il legame con la Russia e che non hanno accettato di buon grado la separazione di questi territori e la formazione del nuovo Stato sovrano, soprattutto in presenza di scontri e di atti di violenza tra le popolazioni, poteva e doveva essere prevenuta e risolta nel rispetto dei diritti fondamentali che regolano la convivenza delle società civili e democratiche.

Al verificarsi della formazione di nuovi Stati non si possono continuare a servire i vecchi governi e le vecchie autorità, ma in queste situazioni è comunque necessario che si formi anche una nuova coscienza collettiva unita dagli stessi intenti nel nuovo territorio così delimitato, altrimenti possono verificarsi conflitti tra le popolazioni come di fatto è accaduto.

In sostanza ancora non abbiamo imparato a fare bene le cose.

La violazione del diritto internazionale da parte della Russia, che ha utilizzato l’ingenuità e il comportamento imprudente e impreparato dell’Ucraina come pretesto per invadere un altro Stato sovrano, si poteva benissimo evitare e risolvere con una buona mediazione.

In mancanza di una richiesta a livello di diritto internazionale, per risolvere una presunta ed eventuale questione di conflitto, soprattutto tra Stati uniti ed Unione sovietica, sul principio di reciprocità e sulla questione dei missili e delle testate nucleari, non si comprende comunque la violenza messa in atto dal governo sovietico, diventata spropositata e brutale nel tentativo di distruggere lo Stato ucraino.

Forse è utile riflettere che questa guerra, per i motivi su esposti, non era necessaria e questo va detto in modo chiaro, poiché si stanno creando pretesti e situazioni per trascinare dentro tutti in un conflitto totalmente inutile e questo ci fa pensare che qualcuno sta proponendo solo una guerra di pazzi.

In questo scenario risulta evidente l’assenza di visione unitaria e di strategia dell’Europa che ha difficoltà e non riesce a definirsi in modo completo ed equilibrato, lasciando così spazio ad altre forze (spesso negative) e dimostrando palesemente la mancanza di guide preveggenti e lungimiranti e di amministratori maturi e quadrati.

Stamati Domenico Basile